ADHD come malattia: parlano gli esperti

Nel corso degli anni molti studiosi hanno promosso l’esistenza dell’ADHD e la necessità di agire curando questo questo disturbo, anche con terapie farmacologiche.

Il “Consensus” redatto dall’American Psychiatric Association, che include numerosi psichiatri e professori americani, sostiene l’esistenza di questa malattia e delinea linee guida per diagnosticare e trattare l’ADHD.
Il Professore di Pediatria William B. Carey afferma “si assume che i comportamenti dell’ADHD siano largamente o totalmente ascrivibili ad anormale funzionamento del cervello”. Il Dott. Joseph Biederman è un altro studioso che ritiene che l’ADHD sia un disturbo dovuto alle componenti genetiche.

Il Dott. David Fassler, rappresentante dell’American Psychiatric Association sostiene che “comunque sia, l’ADHD e altri morbi psichiatrici sono effettivamente diagnosticabili, sono vere e proprie malattie e affliggono un sacco di bambini”.

Nel 1998 fu promosso inoltre lil più autorevole consenso sull’ADHD negli Stati Uniti sponsorizzato da: National Institute Of Mental Health, National Institute Of Drugs Abuse, Office Of Medical Application Of Research e National Institute of Enviromental Health Sciences, National Institute Of Child Health And Human Development, Food And Drug Administration e Office of Special Education Programs, US Department Of Education.

In una ricerca trentina sull’ADHD, denominata “La testa altrove”,Alessandro Zuddas, neuropsichiatra infantile, scrive che i comportamenti del bambino ADHD dipendono da specifiche caratteristiche neuropsicologiche. Nello specifico, nell’area della corteccia prefrontale, importante per il controllo cognitivo, cervelletto, gangli della base e lobo temporale è stato rilevato un volume ridotto. Per una maggiore chiarezza e completezza vi consigliamo di leggere per intero la ricerca

Il Dott. Russel Barkley è un altro fermo promotore dell’esistenza dell’ADHD. In un’intervista a PBS, conferma che si tratta di un disordine biologico, le cui cause sono molteplici, ma tutte asservibili alla sfera neurologica e genetica. Ribadisce, inoltre, che numerosi studi indicano che determinate aree del cervello, in particolare l’area frontale destra, sono meno attive e meno mature nelle persone ADHD; menziona poi altri studi, secondi i quali il cervello ADHD non risponde velocemente a determinate stimolazioni (l’intervista completa). Il Dott. Barkley, inoltre, all’International Consensus Statement on ADHD, critica i detrattori del disturbo, da lui definiti come un “gruppetto di dottori non esperti”, sostenendo che le teorie di questi non siano nemmeno da confrontare con le opinioni, a suo parere, ben più autorevoli e consolidate di esperti del suo calibro.

Il Dott. Russel Barkley parla dell’ADHD:

Conflitto di interessi

adhd money

Visto l’imponente volume economico del mercato farmaceutico relativamente alla produzione e alla vendita dei farmaci per curare l’ADHD, sono nate non poche polemiche sul possibile conflitto di interessi che andrebbe a coinvolgere gli psichiatri e le case farmaceutiche.
Uno dei casi più noti è quello che coinvolse il Dott. Joseph Biederman, ricercatore e professore di psichiatria ad Harvard e uno degli studiosi più citati nelle pubblicazioni relative all’ADHD. Nel 2008 fece scalpore la denuncia rivolta a Biederman, accusato di aver ricevuto ingenti somme monetarie (almeno 1.6 milioni di dollari) da diverse case farmaceutiche produttrici di medicinali promossi dallo psichiatra. Biederman non comunicò di aver percepito questi pagamenti all’università e per questo venne sanzionato nel 2011 per aver violato il regolamento di Harvard; insieme a lui vennero richiamati altri due psichiatri coinvolti nelle pubblicazioni relative alla promozione dei farmaci in questione.

Il Dott. Russel Barkley è un altro dei massimi esperti e maggiormente citati studiosi per quanto riguarda l’ADHD che ha ammesso di aver ricevuto pagamenti da diverse case farmaceutiche durante la sua carriera. Il fatto che Barkley abbia ricevuto onerosi compensi dai produttori di medicinali collegati a questo disturbo ha sollevato molte critiche e perplessità relative alla veridicità ed oggettività degli articoli pubblicati.

Diverse critiche sono state anche riservate al quarto congresso mondiale sull’ADHD (“ADHD: da disturbo dell’infanzia a disturbo degli adulti“); uno dei temi affrontati è stato quello relativo al possibile perdurare di questo disturbo fino all’età adulta in assenza di terapia farmaceutica. Il congresso è stato ampiamente finanziato da varie case farmaceutiche, che si sono preoccupate di pagare per l’affitto degli spazi e altri aspetti dell’evento. Inoltre molti degli studiosi e associazioni coinvolte nella promozione di questo sono state accusate di avere stretti legami con le case produttrici di farmaci, il che ha fatto ancora una volta parlare di un controverso caso di conflitto di interessi per i promotori di iniziative relative alla cura dell’ADHD.

Si parla di disease mongering (mercificazione della malattia) quando, per aumentare la domanda di farmaci, vengono dilatati i criteri diagnostici delle malattie. Comuni disturbi vengono indicati come problemi medici e facendoli apparire pericolosi, proponendo quindi terapie delle quali vengono esaltati i presunti benefici e tralasciati i possibili rischi. Il disease mongering si presenta nella sua forma più estrema quando vengono inventate a tavolino malattie solamente per poter proporre dei nuovi farmaci sul mercato.